Clostridium difficile, l’evoluzione del super batterio intestinale

Clostridium difficile, l’evoluzione del super batterio intestinale

20 Agosto 2017 Off Di Redazione

Un super batterio che piuttosto di frequente va a colpire le persone che sono degenti all’interno dell’ospedale, ma in modo particolare coinvolge le persone che hanno una certa età. Ci sono ben due specie di tale gene infettivo: la prima è riuscita ad adeguarsi all’ambiente e, di conseguenza, si contrasta con più difficoltà.

L’infezione che viene causata da parte del Clostridium difficile è una di quelle più preoccupanti, soprattutto in ospedale, per colpa della notevole resistenza rispetto agli antibiotici. Il batterio porta soprattutto un problema di diarrea che si sviluppa nel corso della degenza, in modo particolare colpendo le persone più anziane.

Un ceppo del batterio è più resistente rispetto agli altri

Il gruppo di ricercatori è riuscito a scovare un aspetto piuttosto importante: ovvero, questo ceppo del batterio riesce a colonizzare con risultati migliori l’intestino nel momento in cui il paziente consuma un gran numero di cibi ricchi di zuccheri. Ecco spiegato il motivo per cui controllare attentamente l’alimentazione è fondamentale. Al giorno d’oggi, la dieta si può seguire sfruttando le numerose applicazioni proposte per i device mobili. Anche il gioco d’azzardo è stato completamente rivoluzionato dal boom di smartphone e tablet: la presenza di numerosi bonus offerti dai siti di casino è sicuramente un vantaggio per tutti coloro che vogliono puntare e scommettere online.

Gli anziani sono gli individui decisamente più vulnerabili rispetto a tale batterio: ecco spiegato il motivo per cui, nel corso degli ultimi anni, si stanno portando avanti numerosi studi per capire quali siano i fattori che favoriscono la diffusione di questo agente infettivo, in modo particolare negli ospedali.

La scoperta, però, non è stata particolarmente piacevole, benché decisamente importante. Infatti, una delle due specie del Clostridium difficile è diventata talmente flessibile che si è adattata alla perfezione nei vari ospedali. La ricerca ha trovato poi spazio sulla rivista “Nature Genetics” da parte di alcuni ricercatori che lavorano presso il Wellcome Sanger Institute di Cambridge e della scuola di igiene e medicina tropicale dell’Università di Londra.

Circa il 66% delle infezioni che prendono piede in ospedale causate da questo ceppo batterico sarebbero legate proprio a questa nuova specie in grado di adattarsi molto di più rispetto al passato agli ambienti ospedalieri. Lo studio ha portato i ricercatori ad analizzare la bellezza di 906 ceppi del batterio, che sono stati prelevati da vari ambienti.

La tendenza di questo ceppo batterico è preoccupante

L’analisi genetica ha messo in evidenza la tendenza che si sta delineando e che è particolarmente preoccupante. Un ceppo batterico più resistente è quello che favorisce lo sviluppo delle infezioni più pericolose, cioè quelle che vengono individuate in sette casi di contagio su dieci negli ospedali. Questo ceppo, come detto in precedenza, ha la particolare capacità di andare a colonizzare in maniera più ampia l’intestino nel caso in cui il paziente mangi tanti cibi ricchi di zuccheri.

Ecco, quindi, che la prevenzione delle infezioni passa inevitabilmente da una notevole attenzione a tavola. La correzione del regime alimentare che viene seguito quotidianamente è fondamentale e vari di pari passo con lo sviluppo della ricerca. Tanti ricercatori, infatti, sono al lavoro per creare delle nuovissime molecole che hanno la capacità di eliminare in via definitiva anche i batteri contraddistinti da un maggior livello di resistenza. Nei casi più complicati di infezione insorta per colpa di tale ceppo batterico, l’unica soluzione è quella di intervenire con un vero e proprio trapianto fecale, che consente di risolvere al 100% il problema.